Crescere un bambino, pensare alla sua educazione ed alla sua salute, può essere distopico. Ti ritrovi quasi tutti i giorni ad imporgli scelte che vanno contro la sua volontà: studia anziché giocare, mangia le verdure anziché hamburger e patatine, vai a letto presto, non toccare i fili scoperti dell'alta tensione...
Tu sai benissimo che ciò che sei costretto ad ordinargli è per il suo bene, perché sei conscio delle conseguenze del contrario. Se non studiano, non avranno un futuro, se non mangiano correttamente, avranno problemi di salute, e così via. Lo sai perché hai passato gli ultimi 20-30-40 anni della tua vita a comprendere che ogni azione e comportamento ha delle conseguenze, alcune immediate (toccare i fili della corrente comporta una scossa), altre a lungo termine (se mangi ogni giorno da McDonalds diventi come Giuliano Ferrara).
La cosa potrebbe avere un suo perché.
Crescendo, parallelamente scopri che non tutti hanno invece questa consapevolezza. O meglio, anche loro continuano a dire ai figli di mangiar bene e non giocare con il 220v, ma poi hanno un orizzonte temporale di non più di 10 minuti. A volte pure meno.
Una certa frangia di femminismo sostiene che le donne debbano essere uguali agli uomini, con gli stessi diritti e gli stessi doveri. Anzi, devono essere PIU' uguali, perché devono avere gli stessi diritti degli uomini, ma non viceversa.
Un mio caro amico vede sua figlia per un'ora al mese, davanti agli psicologi, senza aver mai fatto nulla di male, né a lei né alla ex-moglie. Ma ella ha il diritto di negarli ciò che un giudice ha contrariamente deciso, ovvero l'essere padre nonostante non sia più un marito. Puoi credermi o meno, ma questa è la verità. E se pensi che possa essere un caso isolato, ricrediti.
Le donne vogliono essere tutelate, ma non in quanto madri, lavoratrici o cittadine, ma in quanto donne. Può sembrare sofistico, ma non c'è nulla di più razzista nell'esigere protezioni speciali solo per il fatto di essere nate femmine.
Devi sapere che tanti anni fa, in un'epoca nella quale ancora Facebook non esisteva, frequentavo l'Università. Ingegneria Informatica, per la precisione. Non è un dettaglio da poco, perché già tra le aule di Ingegneria le donne sono una presenza rara, ma in quel particolare corso erano meno frequenti di un rinoceronte bianco.
Ricordo perfettamente gli sguardi di quasi 300 occhi puntati su quelle, in media, non attraentissime donzelle, che pure avevano fior di capacità di arrivare laddove il 75% dei loro compagni (me compreso) non sarebbero arrivati, ovvero a discutere la tesi.
Un giorno arrivò un rappresentate della Cisco, azienda leggendaria nel comparto informatico. Un luogo dove, non lo nego, avrei sognato di lavorare. Il markettaro fece un grande pippone sul futuro di internet e sul ruolo leader della sua azienda. Era come vendere birra nel deserto: eravamo tutti estasiati e pendenti dalle sue labbra.
Infine terminò esponendo un particolare corso di formazione, aperto a 10 alunni, scelti tramite una prova scritta. Solo i più meritevoli avrebbero avuto l'opportunità di parteciparvi. Poi aggiunse che metà dei posti, per quelle che oggi sono nominate "quote rosa", erano riservati a donne.
Non ci vuole un genio della probabilità per capire come 146 maschi dovevano contendersi 5 posti, mentre 4 femmine potevano pure lasciare il foglio in bianco. Ma se desideri due numeri eccoli: io avevo il 3,4% di possibilità di passare il test, una qualunque di quelle ragazze ne aveva il 125%.
Ovvero sarebbe passata anche contro la sua volontà.
Tutto questo ti sembra equo? Ti sembra un modo per rispettare quelle ragazze per le loro capacità? Oppure dava loro un'opportunità pressoché unica solo per il fatto di essere nate con la vagina anziché con il pene?
Questo è valido in ogni aspetto della vita. Non puoi discriminare, seppur a fin di bene, le donne dagli uomini per dare alle prime maggiori opportunità solo per diritti di nascita. Tutto questo è immorale, soprattutto nei loro confronti. Oltre ad essere incostituzionale, tra l'altro.
Poteva avere un senso 50 anni fa, forse, ma oggi è talmente anacronistico che, fra pochi mesi, con ogni probabilità la prima donna prenderà il posto del primo nero nell'ufficio più influente del mondo, senza avere avuto la necessità di avere la strada spianata per via del suo organo riproduttivo.
Mi dirai che ci sono poche donne a manovrare le leve del potere. E sarà anche vero. Ma siamo sicuri che il motivo sia il maschilismo imperante? O magari le donne sono, in media, meno interessate degli uomini a impegnarsi in certi ruoli? Perché allora non dovrebbero trovare scandalo se qualche uomo desideroso di potere programmi un viaggio a Casablanca.
Perché non sento alcuna difendere la necessità che la metà dei lavoratori del settore edilizio debba essere donna? Oppure che almeno il 50% degli scaricatori di porto possa indossare tacchi alti e minigonna? E non sarebbe più equo, a par suo, riservare la metà delle cattedre del sistema scolastico pubblico al sesso maschile?
Non si tratta di maschilismo o femminismo. Si tratta di difendere i propri diritti. Perché se è pur vero che molto spesso le donne non godono dello stesso trattamento di cui godono gli uomini, questa non può essere una giustificazione per scadere nella situazione opposta.
Il punto è che le donne e gli uomini NON sono uguali. I due sessi hanno caratteristiche diverse, attitudini diverse, esigenze diverse. Se per una donna il diritto alla maternità è sacrosanto e dev'essere difeso, è anche vero che il diritto alla paternità dev'essere tutelato anche (e soprattutto) in quelle situazioni dove esso è in pericolo.
Non è una questione di numeri, di posti riservati. E' una questione più grande, perché gli uomini e le donne NON DEVONO avere gli stessi diritti, perché NON SONO UGUALI. I diritti devono essere commisurati alle necessità di ognuno, necessità che variano perché diverse sono le esigenze connaturate al sesso. Se per un uomo sollevare 20Kg di solito non è un problema, per la donna quasi sempre lo sarà. Giusto quindi che la legge preveda diversi limiti per i due sessi. Similmente sarebbe poco utile per un uomo avere mammografie gratuite, non credi?
Le donne devono avere diritti simili agli uomini, non gli stessi o maggiori. Perché a rincorrere la forzata parità ci troveremo nella spiacevole situazione nella quale saranno gli uomini ad essere discriminati in quanto tali.
E se in alcuni ambiti il mero numero di donne è inferiore al numero degli uomini, o anche viceversa, è ingiusto e ingiurioso creare riserve indiane discriminatorie.
Il punto è che le donne e gli uomini NON sono uguali. I due sessi hanno caratteristiche diverse, attitudini diverse, esigenze diverse. Se per una donna il diritto alla maternità è sacrosanto e dev'essere difeso, è anche vero che il diritto alla paternità dev'essere tutelato anche (e soprattutto) in quelle situazioni dove esso è in pericolo.
Non è una questione di numeri, di posti riservati. E' una questione più grande, perché gli uomini e le donne NON DEVONO avere gli stessi diritti, perché NON SONO UGUALI. I diritti devono essere commisurati alle necessità di ognuno, necessità che variano perché diverse sono le esigenze connaturate al sesso. Se per un uomo sollevare 20Kg di solito non è un problema, per la donna quasi sempre lo sarà. Giusto quindi che la legge preveda diversi limiti per i due sessi. Similmente sarebbe poco utile per un uomo avere mammografie gratuite, non credi?
Le donne devono avere diritti simili agli uomini, non gli stessi o maggiori. Perché a rincorrere la forzata parità ci troveremo nella spiacevole situazione nella quale saranno gli uomini ad essere discriminati in quanto tali.
E se in alcuni ambiti il mero numero di donne è inferiore al numero degli uomini, o anche viceversa, è ingiusto e ingiurioso creare riserve indiane discriminatorie.
Perché una volta entrato i un recinto, devi essere consapevole che potresti non uscirne più.
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