martedì 27 settembre 2016

Salviamo almeno le forme

Il titolo del post riprende un vecchio slogan anni 80 di una (nota) società di distribuzione di divani & affini.

Ti dirò la verità, non ho mai compresa appieno questo claim, forse perché ero troppo imbermbe per comprendere lo spot. Ma chissà perché mi è venuto in mente pensando a te.
No, non a te, a quell'altra.
Ecco si, sto parlando di te.
Sei una ragazza carina, non una top model, ok. Però hai un bel fisico, longilineo, sei alta, anche se quanto a seno la natura è stata piuttosto avara. Ma di certo non hai di che lamentarti.

Vorrei però che mi spiegassi per quale motivo non una volta in questi sei anni, NON UNA SOLA FOTTUTA VOLTA hai provato a vestirti decentemente per venire in ufficio.

Ora, io non sono un guru della moda (e nemmeno un modello) ed il mio outfit è, diciamo così, rivedibile. Ma, seppur raramente, tento di accostare maldestramente due colori, indossare una polo un po' più raffinata, una pantalone un attimo più attillato. E probabilmente nemmeno dovrei permettermelo, visto il fisico più simile ad un palla da rugby che da football.
Non dico che dovresti indossare chissà quale abito o pagare un make-up artist ogni mattina. E nemmeno di venire con i tacchi o con maglie volgarmente scollacciate. Ma tra questo e quegli anonimi jeans, quelle canottierine da scuola cattolica e le infradito sdrucite, credo si possa trovare una sintesi accettabile, non credi?

Lo so, stiamo parlando di frivolezze. Ma se nella vita non si ricercasse, anche solo raramente, il bello, sarebbe una vita grigia, monotona.
Se l'uomo non avesse a cuore l'estetica, la ricerca del bello come fine e non come mezzo, non avremmo nessun quadro da ammirare, ogni singola casa o palazzo sarebbe un anonimo cubo di cemento, vestiremmo tutti con una tunica più o meno corta, possibilmente grigia. E non esisterebbe la musica.
Questo sarebbe il mondo se non avessimo emozioni.
Ma il bello è tale perché è un'emozione. Una macchina non può capire cosa è bello e cosa non lo è perché la bellezza non è un algoritmo, non è una matrice di parametri che, se rispettata, rende qualcosa più o meno bello.
Certo, ci sono regole, linee guida, talvolta l'esperienza. Ma la bellezza è qualcosa di emotivo, non di logico.
E non capisco quindi perché, almeno una volta ogni tanto, tu non possa vestirti decentemente, guardarti allo specchio ed ammirare la tua bellezza, poca o tanta che sia. Non per il tuo compagno, per i tuoi colleghi o per i tuoi amici su Facebook. No, solo e soltanto per te stessa.

Comprendo che questo ufficio, probabilmente, non ne valga la pena. Che il tuo impegno sia riservato per occasioni ben più mondane e, se vuoi, soddisfacenti. Ma se mai hai avuto la voglia di venire a lavorare "tirandoti" anche solo con un dettaglio, forse questo non è l'ambiente in cui vorresti lavorare. Ed in cui dovresti passare 8 ore ogni santissimo giorno.
Perché io penso che l'unico motivo di questo tuo modo di vestire sciatto ed anonimo è perché non ti senti valorizzata, nel tuo lavoro quotidiano, da colleghi e superiori.
E non è un bel modo di vivere.
Spesso dalle tue parole sento chiaramente trasparire questo sentimento di insoddisfazione, di frustrazione.  Credi di non avere altra scelta. Io invece credo che tu debba metterti davanti ad uno specchio, non importa come sei vestita, e vedere le tre strade che hai di fronte.
Davanti a te la strada è dritta, con te che continui a digitare furiosamente su quella tastiera senza trovare gioia in quello che fai.
A destra c'è una strada tortuosa, buia, forse pericolosa. Quella che ti porta lontano da questo posto, verso occasioni che ora non vedi ma che ti farebbero, forse, più felice.
E poi c'è la strada a sinistra, dove pretendi rispetto e valorizzazione per il lavoro che fai, ti vesti ogni tanto per piacerti quel tanto che basta per sentirti ancora attraente.

Non perché donna, uomo, bella o brutto. No. Semplicemente perché lo devi a te stessa.

Un abbraccio.

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