mercoledì 14 settembre 2016

NFL Week 1 - San Diego Chargers at Kansas City Chiefs

Non è un running back, non è un sack...e no, non è nemmeno Superman.

Si può essere delusi dopo una vittoria? Qualunque appassionato potrà dire di si. E quella disputatasi domenica nell'Arrowhead Stadium è stata una partita che Harvey Dent, aka Harvey Due Facce, avrebbe apprezzato particolarmente. Andiamo col recap.


La partita

Pronti via, il primo drive dei Chiefs lascia ben sperare, buone le soluzioni di corsa e Smith preciso e puntuale. Arriviamo sulle 29, poi Maclin non riceve ed è FG, trasformato dal solito Santos (le sue traiettorie sono sempre troppo basse, IMHO).
Questa sarà l'unica nostra azione positiva in tutto il primo tempo.
Rivers prende in mano il gioco, la nostra pressione su di lui è inesistente, la linea offensiva apre la nostra primaria come una scatoletta ed i RB vi si infilano senza problemi. Così, tra passaggi e corse arriva agilmente nella nostra area di meta per il primo TD. Dopo il kick, riprendiamo con difficoltà l'attacco, una fortunosa infrazione ci restituisce il pallone dopo un fumble, ma poi non chiudiamo il terzo down.
San Diego riparte, senza grossi patemi, con un drive piuttosto lungo, poi appena iniziato il secondo quarto, chiama il secondo timeout, dal quale scaturisce il secondo TD.
A questo punto, inizio a pensare che non vada bene.
Dopo il kick non riusciamo nemmeno a guadagnare yardes, anzi, finiamo per tirare un punt e far ripartire i Chargers dalle nostre 38. Penalità contro, penalità a favore. Poi Rivers completa 4 passaggi consecutivi ed è di nuovo TD.
L'attacco successivo è un poco meglio, per lo meno il nuovo punt di Colquitt finisce sulle loro 6yds. Il quarto finisce in garbage time.

Il secondo tempo inizia con due drive interlocutori, uno per parte. Loro terminano nelle nostre 48, noi sulle nostre 7. Nell'attacco successivo, San Diego spinge ma la difesa regge. Un field goal da 29yds porta i Chargers sul 24-3.
E' a questo punto che la partita cambia verso.
Nell'azione successiva, Smith e Ware piazzano un passaggio da 45yds che tramortisce gli ospiti, con la folla esultante che spera ancora nel miracolo. Smith continua a spingere ma è costretto a rischiare un quarto down da 5yds, trovando l'implacabile Kelce, per continuare il drive. Hill riceve poi, quasi incredulo, attraverso la difesa avversaria senza nemmeno rischiare un contatto. E' touchdown.
Ma Rivers e soci non ci stanno. Approfittano della fine del quarto e ad un successivo timeout limitano i danni e piazzando un altro FG da 28yds.
Di nuovo palla a Smith che si fa intercettare, anche se è più corretto dare merito a Verrett, che ancora non ho capito come abbia fatto a prendere quel pallone. San Diego riparte dalle nostre 44 yds, ma l'attacco non punge ed il successivo FG da 54yds finisce largo. I giocatori ospiti si rendono conto che l'aria è cambiata. Ware e Maclin ricevono palloni morbidi e riportano sotto i Chiefs. Smith lancia per quest'ultimo un TD da 19yds, tranquillamente trasformato dal solito Santos.
Ma la partita è lunga. Sotto di 10, la difesa gioca duro e blocca ogni tentativo di passaggio di Rivers, ma l'attacco fatica, forse proprio per via della lunga rincorsa in atto, e sulle 15yds avversarie si blocca. Santos non sbaglia (33yds non sono molte, ma le gambe tremano in queste situazioni) e siamo ad un solo TD dal pareggio.
L'attacco sterile dei Chargers termina appena dopo il two minute warning, lasciandoci con 42 yds da coprire. Poi il capolavoro: Smith lancia verso Maclin che, accerchiato da 3 difensori, cattura la palla per un guadagno di 22yds, che diventano 27 per la penality proprio su Maclin (che uscirà per concussion). Nessun problema per Smith, trova Ware che si abbandona appena dentro l'area. E' TD. Reid guarda sornione, ma per fortuna è un vecchietto sano di mente e manda Santos per la trasformazione, pareggio.
Rivers non riesce nel miracolo, la nostra difesa porta finalmente il primo sack ed è overtime.

Gli highlight della partita.

La fortuna premia gli audaci, così la moneta decide che saremo noi ad attaccare. Smith risponde presente, trova Ware come Oliver Hutton trovava Tom Becker. E quando Ware è stanco, entra in scena il Dio (perché altro modo per definirlo non c'è) Travis Kelce. Rebus irrisolvibile per la difesa ormai in paranoia di San Diego, riceve palloni in testa di CB come se nulla fosse, corre e blocca come tre giocatori in uno. Poi di nuovo Ware, che ci porta alle 2yds. Timeout. Smith si guarda attorno, sa già come andrà a finire. Snap, temporeggia, si guarda intorno, i difensori temono un passaggio corto, ma lui vede il passaggio che voleva e ci si butta come un RB al primo anno di liceo.

Apoteosi.

Il Commento
L'entusiasmo per il 27-33 finale non deve distogliere dalle gravi difficoltà. I Chiefs hanno subito per ben oltre metà gara, sia a causa di una difesa che dire traballante è dire poco, sia per un attacco sterile e senza una continuità di soluzioni efficaci.
Il lato positivo, vittoria a parte, è stata la capacità di dare una svolta (e che svolta...) alla partita, di trovare giocatori pronti (Ware vero mattatore della partita) e nelle grandi giocate delle (super)star: Maclin uscito per esami sulla concussion, cattura una palla pesantissima; Kelce forse poco cercato, ha risposto presente e dominato nelle azioni finali con il suo fisico possente e le mani dolcissime.
Smith ha condotto i suoi, stavolta da vero QB (ben oltre le 300yds lanciate), terminando però a suo modo, con la corsa finale per il TD della vittoria. Il gioco di corsa, in teoria nostro fiore all'occhiello, è completamente mancato e solo quando ha cominciato a lanciare le cose si sono messe per il meglio. E solo grazie a Ware, oserei dire. Maclin ha attirato la pressione dei difensori su di sé, lasciando il compagno libero di ricevere indisturbato. Non male per quello che dovrebbe essere in teoria un RB.


9/11/2016 San Diego Chargers vs. Kansas City Chiefs box score at Pro-Football-Reference.com

Ovviamente è facile accusare l'assenza di Charles per le corse mancate, ma questa squadra deve saper vincere anche senza di lui. L'ha dimostrato, ma con troppe difficoltà. Deve migliorare soprattutto la difesa, che solo nel secondo tempo e complice il calo (fisico?) degli avversari, è riuscita a limitarne la produzione.
Certo, non era una partita facile e San Diego l'aveva preparata bene. Per questo la vittoria ha un valore ancora più elevato. Ma per competere come contender, serve un ulteriore step.

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