venerdì 30 settembre 2016

Libero arbitrio

Ogni mattina arrivo in ufficio e trovo ad accogliermi questi pulsanti.
Servono a richiamare l'ascensore al piano così che io, obeso indefesso, possa accoccolarmici dentro.
I pulsanti, come vedi, sono due. Uno serve a comunicare all'ascensore che desideri salire, l'altro che invece vuoi scendere.
Due pulsanti.
Sembra semplice, no?
Evidentemente non è così, visto che la gente continua a non capirne il funzionamento.

Io mi immagino queste persone che si approcciano al complesso congegno, trovandosi di fronte a molteplici possibilità. Possono non premere alcun pulsante, attendendo ore che, per caso, l'ascensore giunga al loro piano. Oppure possono premere il pulsante corrispondente alla direzione che devono intraprendere.
Oppure, nel dubbio, li premono entrambi.
Ovviamente è superfluo che io ti racconti quale di queste possibilità si realizzi la maggior parte delle volte, nevvero?
Salvo che, poi, si lamentano dell'idiozia dell'ascensore che li porta al piano sbagliato, quando al contrario l'idiozia è di chi non sa utilizzare un sistema talmente semplice ed autoesplicativo.

Questo mi porta a pensare che il libero arbitrio sia sopravvalutato. L'essere umano medio non sa scegliere, o meglio, ha paura di fare la scelta sbagliata e, di conseguenza, le sceglie tutte o non sceglie affatto. E credo anche che chi è arrivato a presiedere all'attuale ordinamento si sia reso conto ben prima di me di tale caratteristica del genere umano. Non si spiega altrimenti l'indirizzo generale che tratta il cittadino come un lemming circondandolo di mille attenzioni e divieti, in modo da evitare che si faccia del male. Perché ognuno di noi è un potenziale aspirante ai Darwin Awards.

Qualche esempio: sui pacchi di sigarette appaiono minacciosi avvisi sulla cancerogenicità del contenuto, quando TUTTI sanno che fumare non solo non fa bene, ma fa proprio male; le auto ti avvisano con un cicalino se non agganci la cintura, come se all'auto interessasse qualcosa se il guidatore vuole o meno sopravvivere ad un incidente; per non parlare di roba come questa:

Poi penso allo Stato che non ti permette di suicidarti.

Voglio dire, una volta tanto che uno è consapevole di tutto ciò che è, di tutto ciò che sta passando, tu gli vuoi impedire di uccidersi?
Per quale motivo?
Tu sostieni di ispirarti a valori cristiani, così come la maggior parte del tuo popolo, eppure rinneghi quella stessa regola fondamentale cui Dio stesso si attiene in ogni sua azione.
Il Libero Arbitrio.
Veramente io prendo oggi a testimoni contro di voi i cieli e la terra, che ti ho messo davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; e devi scegliere la vita per continuare a vivere, tu e la tua progenie.
Deuteronomio 30:19 

Dio ti chiede di scegliere la vita. Non ti impone la scelta. Ma se Dio stesso non si arroga il diritto di decidere per gli essere che lui ha creato, come può una legge dell'uomo pretendere vita o morte dei suoi pari?
Perché da negare la morte a negare la vita il basso è breve. Si tratta sempre di abusare della libertà che devono avere gli uomini (e le donne, aggiungerebbe la mia prof di matematica del Liceo) di autodeterminarsi. Se credi in Dio, devi lasciare all'uomo la facoltà di sbagliare. Se non ci credi, a maggior ragione, devi consentirgli di fare tutto ciò che desidera senza che questo cagioni danno ad altri.
Non c'è alcuna scusante in questa assenza di diritto.

Se non che la considerazione che il popolo ha dei malati terminali è che essi non siano esseri umani.

Nessun commento:

Posta un commento